Inerbimento diretto

Il ripristino di un prato è un buon metodo per trarre profitto dei prati ricchi di specie della regione: una vittoria per la natura e per chi la gestisce.

Che cosa significa inerbimento diretto ?

L’inerbimento diretto comprende tutte le tecniche di installazione di una cotica erbosa che prevedono la raccolta e il trasferimento di sementi da una superficie donatrice (prato fonte) ad una superficie ricevente (prato da seminare). I diversi metodi esistenti si differenziano in base al metodo di raccolta e quello di semina della superficie ricevente. La scelta del metodo dipende dall’obiettivo prefissato, dalle condizioni iniziali dei prati riceventi e dalla disponibilità di mezzi agricoli. Queste pratiche si possono applicare sia in un contesto agricolo (superficie per la promozione della biodiversità) sia nel contesto privato o pubblico (superficie di protezione della natura, misure di compensazione, spazi verdi, inerbimenti di scarpate, piste da sci, rotonde e tetti piatti, ecc.). L’inerbimento diretto consiste in qualsiasi tecnica che inversamente alla produzione delle sementi commerciali, non prevede una moltiplicazione intermedia delle sementi mediante dei produttori.


Vantaggi dell'inerbimento diretto
  • Le sementi contengono esclusivamente ecotipi regionali e locali. La composizione vegetale corrisponde alla flora locale tipica,

  • Possibilità di selezionare degli ecotipi adatti alle condizioni locali della superficie ricevente scegliendo una superficie fonte con condizioni simili,

  • In generale, più ricco in specie che con le miscele standard,

  • Permette il trasferimento delle specie tipiche e diverse specie rare, non contenute nelle miscele commerciali,

  • Gestione economicamente favorevole dei prati ricchi di specie: valorizzazione con la vendita dell’erba da fieno e del lavoro effettuato dai contadini che coltivano i prati fonte.

Svantaggi dell'inerbimento diretto
  • Nelle regioni dove i prati fonte sono rari, la promozione delle sementi regionali è difficile e cara,

  • Grande investimento nella ricerca delle superfici fonte ottimali e l’autorizzazione di usarle. Questo metodo è dunque economicamente competitivo per le grandi superfici,

  • Realizzazione complessa: scelta della superficie fonte, valutazione delle condizioni locali, determinazione del momento della raccolta, esclusione delle piante problematiche, ecc.,

  • La composizione di specie della superficie ricevente è meno prevedibile che con l’uso delle miscele commerciali.

Tecniche d’inerbimento diretto: il successo passa attraverso quattro fasi

1. Scelta della superficie fonte: dipende dalle condizioni iniziali della superficie ricevente e degli obiettivi da raggiungere.
  • Valutazione delle condizioni della superficie ricevente : vedi scheda tecnica AGRIDEA

  • Definire il tipo di vegetazione che potrebbe potenzialmente svilupparsi sulla superficie ricevente: vedi Quale prato fonte scegliere

  • Fissare degli obiettivi di inerbimento: rivalorizzazione ecologica delle superficie agricole, protezione contro l’erosione, promozione della biodiversità, ecc.

  • Ricerca di una superficie compatibile: per conservare gli stessi ecotipi regionali, i due prati devono avere delle condizioni pedoclimatiche simili (microclima, rilievo, esposizione, ecc.) ed essere vicini geograficamente (max. a 30 km di distanza e a 300 metri di dislivello). In ogni caso, le due superfici devono far parte della stessa sotto regione [2].

2. Preparazione della superficie: letto di semina fine, ben rassodato e senza vegetazione.

In funzione del tipo di suolo e della pressione delle avventizie (malerbe), la superficie ricevente è lavorata in settembre prima dell’anno di semina o, in condizioni siccitose, in febbraio dell’anno di semina. In primavera, il terreno dovrebbe essere lavorato con un erpice non rotativo ogni 2-4 settimane alla comparsa delle avventizie. In questo modo si ottiene un letto di semina fine e ben rassodato. Prevedere almeno 4 settimane tra il primo passaggio dell’erpice e la semina. Questa preparazione diminuisce la competitività delle specie avventizie e garantisce la crescita delle specie desiderate, senza usare erbicidi.

3. Data della raccolta – La data della raccolta delle sementi sulla superficie fonte determina la riuscita dell’inerbimento.

La data deve rispettare lo stadio di maturazione delle piante, il quale dipende:

  • dal tipo di vegetazione: i diversi tipi di prati non raggiungono la maturazione massima (quando la maggior parte delle specie ha i semi) simultaneamente. I prati di sfalcio in pianura raggiungono la maturazione ottimale verso metà giugno, quelli di montagna verso metà luglio-inizio agosto. La vegetazione dei prati umidi ha un lungo periodo di fioritura. Di conseguenza bisogna prevedere 2 o 3 raccolte di sementi (o anche di più per la tecnica del fieno da semente) per  permettere che uno spettro il più ampio possibile di specie caratteristiche della superficie fonte si installi nel prato ricevente.

  • dalle condizioni meteo: secondo l’andamento metereologico della stagione, la maturità dei prati può essere più precoce o tardiva. Nel caso in cui, in funzione dello stadio di sviluppo dei semi, sia necessario uno sfalcio anticipato delle superfici rispetto alla data fissata dai servizi cantonali, possono essere richieste autorizzazioni speciali.

4. Gestione della superficie ricevente – Sfalci di pulizia e gestione estensiva assicuranoil mantenimento della vegetazione voluta a lungo termine.
  • primo anno: sfalcio di pulizia a circa 10 cm dal suolo quando la copertura vegetale arriva all’altezza delle caviglie. Ciò elimina le malerbe senza danneggiare la vegetazione desiderata.

  • dal secondo anno: gestione estensiva con 1 a 2 sfalci annuali senza aggiunta di letame. E meglio evitare il pascolo per i primi 3 anni dopo la semina. Per ulteriori informazioni vedere la sceda tecnica AGRIDEA  (vedi Downloads).


[1] Tratto da: Leitfaden für naturgemässe Begrünungen in der Schweiz - Mit besonderer Berücksichtigung der Biodiversität, Bosshard A., Meyer P. und Mosimann A., Ö+L Ökologie und Landschaft GmbH, 2013.

[2] Secondo „Leitfaden für naturgemässe Begrünungen in der Schweiz - Mit besonderer Berücksichtigung der Biodiversität“ (Bosshard A., Meyer P. und Mosimann A., Ö+L Ökologie und Landschaft GmbH, 2013), les deux surfaces devraient se situer dans un rayon de max. 15 km. Une enquête auprès d’experts menée par Pro Natura a estimé cette distance maximale à 30 km (valeur médiane sur 13 feed-back).